Il Parco Archeologico di Pompei, con i suoi 66 ettari è un insieme di tale rilevanza per la storia dell’archeologia. Riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità dall’ UNESCO nel 1997.

La cenere ed i lapilli che seppellirono la città con l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., ha consentito un’eccezionale conservazione, consegnandoci un’immagine perfetta della vita quotidiana in epoca romana.

La città antica sorge alla foce del fiume Sarno, dove era attivo il porto. Oggi i visitatori possono accedere al Parco Archeologico di Pompei da tre ingressi che si trovavano lungo le mura.

 Camminando per le sue antiche strade basolate è possibile visitare abitazioni, modeste e ricche. Le botteghe e il Foro con i suoi spazi ed edifici pubblici. Le aree sacre, i complessi termali e gli edifici per spettacoli nel quartiere dei teatri e nell’anfiteatro.

Inoltre, quattro necropoli che si dispongono all’uscita delle porte della città con tombe monumentali di diverse tipologie. Infine, all’esterno dell’area degli scavi è possibile visitare alcune delle residenze extraurbane che sorgevano in tutto l’agro pompeian. Prime fra tutte la Villa dei Misteri.

Il Parco Archeologico di Pompei è diviso in regiones (quarteri) ed insule (isolati), divisione fatta da Giuseppe Fiorelli nel 1858.

Le denominazioni delle case, coniate dagli scavatori in base a particolari ritrovamenti o ad altre circostanze.

Le origini dell’abitato hanno come datazione fine del VII e la prima metà del VI secolo a.C. Epoca della realizzazione la prima cinta muraria in tufo grigio locale, detto ‘pappamonte’.

Verso la fine del IV secolo a.C., il potere di Roma, in continua espansione si fece sentire anche a Pompei. Pompei entrò quindi, come socia (alleata) nell’organizzazione politica della res publica romana.

Nel 90-89 a.C. Pompei, si ribellò assieme ad altre popolazioni italiche, che reclamavano contro Roma pari dignità socio-politica. Presa d’assedio dalle truppe di Publius Cornelius Silla, la città capitolò e diventò colonia romana col nome di Cornelia Veneria Pompeianorum (80 a.C.).

In questo status, Pompei, è arricchita di edifici privati e pubblici, ed abbellita soprattutto nell’età degli imperatori Ottaviano Augusto e Tiberio.

Nel 62 d.C. un violento terremoto colpì l’intera area vesuviana. A Pompei la ricostruzione ebbe subito inizio. Ma come spesso accade, diciassette anni dopo, il 24 ottobre del 79 d.C. l’improvvisa eruzione del Vesuvio la seppellì di ceneri e lapilli. Pompei si presentava dunque come un cantiere ancora aperto.

Pompei venne scoperta per caso nel XVI secolo durante la costruzione del Canale del Conte di Sarno, sotto la direzione di Domenico Fontana. Ma in principio tutti pensarono a Stabiae.

Solo nel 1748, sotto il regno di Carlo III di Borbone, si cominciò l’esplorazione estensiva del il Parco Archeologico di Pompei. Un procedere discontinuo ed in punti diversi del sito antico, che solo dopo qualche anno portò all’identificazione in Pompei.

Riportati alla luce, inizialmente, parte della necropoli fuori porta Ercolano, il tempio di Iside ed il quartiere dei teatri. Il periodo di occupazione francese, all’inizio del 1800, vide un incremento degli scavi, che venne poi spegnendosi con il ritorno dei Borbone.

Durante il nuovo dominio borbonico, notevole eco suscitò la scoperta della casa del Fauno, con il grande e celebre mosaico raffigurante la battaglia di Alessandro. Dopo l’unità d’Italia e la nomina di Giuseppe Fiorelli alla direzione degli scavi (1861) si ebbe una svolta nel metodo di lavoro.

Metodo Sistematico: resoconti di scavo e lasciando sul posto i dipinti, che prima, staccati e portati al Real Museo di Napoli. Importantissimo: il metodo dei calchi in gesso, che consentì di recuperare l’impronta lasciata dai corpi delle vittime dell’eruzione.

Per il Parco Archeologico di Pompei è possibile acquistare i biglietti di ingresso agli scavi di Pompei anche con carta di credito (circuiti Visa, Master Card e America Express) e Bancomat.

Occorre collegarsi al sito www.ticketone.it e scegliere se ricevere i biglietti a casa, se stamparli e presentarsi così direttamente ai tornelli di ingresso. Oppure se ritirarli presso il punto dedicato presente a Pompei a Porta Marina e Piazza Esedra.

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